Oggi si parla tanto di soft skill, di competenze, di formazione… e anche di well-being, soprattutto al lavoro.

In questo chiacchierare costruttivo io sento una tensione, intesa come tendere-essere tirato verso qualcosa ed è per questo che tutte queste famose soft skill sono fondamentali ma non sufficienti, non fondanti per essere tirati verso questo “qualcosa”. Non bastano per scoprire verso cosa siamo tirati e come dovremmo essere-fare mentre ci stiamo tirando o ci lasciamo tirare.

Serve di più e la quotidianità lo dimostra. 

Prima di formarci dobbiamo apprendere, cioè fare nostra, portare dentro, la vita ed il metodo per viverla appunto bene.

Qui, grazie a tutte le tecniche sotto descritte ed ai 10 Saperi, apprendiamo come costruire il metodo e sviluppiamo attitudine.

The Well-BEING Knowledge è un insieme di saperi-talenti (doni) che può includere to-do e ricette, ma fa qualcosa di più: ci aiuta a capire come cercare e costruire le ricette adatte a noi.

Anche in questo caso la quotidianità ci dà prova di questa necessità di apprendimento: ormai tutti sappiamo cosa fare per stare bene eppure non lo facciamo o non stiamo bene nel farlo. Questo è il vero paradosso.

Sapere include “saper fare”, ma non coincide solo con esso.

Sapere: dal latino sàpere “aver sapore”, “odorare”, quindi in senso figurato “essere saggio”, “aver senno”. Dalla sfera gustativa il significato è passato al naso, e dal naso infine alla testa. Sapere significa intuire il gusto delle cose, ma anche insaporirle, renderle preziose. Come le pietanze col sale (da ecodelnulla.it).